Spettacolo in Piazza Grande a Modena con Fabio Volo, Nek, Il Volo, Edoardo Bennato, Danilo Rea, Elio e altri, con giovani promesse a ricordare l’impegno del Maestro per UNHCR
E’ stato ancora una volta un cast d’eccezione che ha reso omaggio a Luciano Pavarotti nello spettacolo in piazza Grande a Modena, con cui la sua città ha celebrato il Maestro il 6 settembre, a nove anni dalla scomparsa del tenore.
Fabio Volo ha condotto la serata e presentato le esibizioni del trio “Il volo”, di Nek, di Elio in versione cantante lirico, di Danilo Rea al pianoforte con la soprano Silvia Colombini, di Edoardo Bennato e del violinista siriano Alaa Arsheed. Tutti sul palco nel cuore storico della città, patrimonio dell’umanità UNESCO, accompagnati dall’Orchestra dell’Opera Italiana diretta dal Maestro Aldo Sisillo, insieme con i talenti lirici: Vittoriana De Amicis, Laura Macrì, Ivan Ayron Rivas, Francesca Sartorato e Claudia Sasso.
Lo spettacolo ha visto così artisti di primo piano e giovani promesse della lirica che, intrecciando repertori operistici e pop, hanno reso omaggio al Maestro, mentre Fabio Volo ha presentato i diversi interventi, condividendo con gli artisti ospiti ricordi e riflessioni sulla figura di Luciano Pavarotti, come uomo e come artista.
L’omaggio a Pavarotti ha messo l’accento del ricordo su uno degli aspetti con i quali l’artista coniugava l’amore per la vita e la solidarietà, sottolineando l’empatia con cui il tenore ha sempre avuto a cuore il destino di tanti che nel mondo sono in condizioni di bisogno, specialmente i bambini. A questo si deve la collaborazione del tenore con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), ai cui progetti il Maestro dedicò diverse edizioni del concerto “Pavarotti & Friends”.
Presente sul palco, la portavoce dell’UNHCR per il Sud Europa, Dott.ssa Carlotta Sami, ha sottolineato quanto il Maestro si sia prodigato per portare aiuto concreto a tutte quelle popolazioni vittime di conflitti e costretti a scappare dalle proprie case. E, proprio per il costante impegno profuso, l’Alto Commissario aveva insignito Pavarotti del riconoscimento più importante nell’ambito dell’agenzia ONU, ovvero la “Medaglia Nansen”. Il Maestro, infatti, era stato colui che aveva raccolto fondi per la causa dei rifugiati più di ogni altro privato cittadino al mondo.
Pavarotti stesso, da bimbo, era stato “sfollato”, e aveva una acuta sensibilità per il dramma dei bambini segnati dalle guerre a partire dal dover lasciare la propria casa.
Sono stati quattro i “Pavarotti & Friends” per l’UNHCR. Nel 1999 all’iniziale impegno per il Guatemala del premio Nobel Rigoberta Menchu si aggiunse quello per il Kossovo. Nel 2001, l’aiuto fu per i rifugiati afghani in Pakistan; nel 2002 per i rifugiati angolani in Zambia; nel 2003, l’obiettivo fu quello di sostenere i progetti UNHCR per favorire il rientro in patria degli irakeni che avevano lasciato il Paese devastato dal conflitto.
Le immagini della galleria fotografica sono di © Gianluca Naphtalina Camporesi per la Fondazione Luciano Pavarotti.

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